Tasso e la scienza

La vertigine della parola
Grafici strutturali del manierismo tassiano


in Torquato Tasso e l’Università (a cura di Walter Moretti e Luigi Pepe), Olschki editore, Firenze, 1997

Di cosa parla il saggio
Il duca di Ferrara Alfonso II d’Este nel 1573 dà l’incarico a Torquato Tasso di tenere nello Studio ferrarese alcune lezioni di Geometria euclidea e Sfera, incarico accertato nel triennio 1573-4-5, grazie al recentissimo ritrovamento del documento comprovante il pagamento di uno stipendio devoluto al poeta, come ad altri intellettuali della corte fra cui Pigna e Montecatini.
Di quelle lezioni, purtroppo, abbiamo perduto il testo, ma conserviamo alcuni appunti del Tasso, in riferimento alle letture cosmografiche, matematiche e filosofiche che l’autore della Liberata realizzò, per preparare le sue lezioni.
Questo saggio, dal titolo La vertigine della parola, prende spunto da questa suggestione critica e si sviluppa su un doppio binario: da un lato l’analisi dei passaggi che Tasso studiò nelle opere di Euclide, Platone, Aristotele, Tolomeo, Fracastoro, Pier Vittori; dall’altro lato, lo studio di alcuni meccanismi retorici, presenti soprattutto nella Liberata e nell’Aminta, dove prevale ad esempio la figura del chiasmo.
Un metodo di indagine che si fonda, ancora una volta, sul “non detto”: i giochi di parole, le allusioni, le figure retoriche.

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