Ulysses di Joyce
l’epopea del corpo, del cibo e della pace
Cosa ci suggerisce questa frase dell’ottavo episodio dell’Ulisse di James Joyce:
«Se mi conosci vieni a mangiare con me»?
Allude, forse, ad una segreta e profonda corrispondenza fra il cibo e l’identità di una persona, al punto tale che “ciò che si mangia” rimanda in qualche modo a “ciò che si è”?
Il breve saggio di Andrea Pagani, Ulysses di Joyce: l’epopea del corpo, del cibo e della pace indaga un triplice aspetto del capolavoro dello scrittore dublinese: le caratteristiche del cibo di cui si nutre il protagonista, Leopold Bloom; i giudizi che egli esprime sulla cucina e sul corpo, in particolare negli episodi quinto, sesto e ottavo; e i risvolti che questi passaggi testuali rivestono per definire la sua condizione esistenziale, il suo carattere, la sua visione del mondo.
Ma tutto questo, a ben vedere, non riguarda solo la storia di un personaggio, l’uomo comune, l’everyman, problematico, esitante, complesso e molto moderno Leopold Bloom.
Ma riguarda tutti noi, e tocca aspetti delicati e nevralgici del nostro tempo, il nostro rapporto con il prossimo, con la politica e la pace.
Il libretto è stato presentato il occasione del BLOOMSDAY 2025