COME RINFRESCARE L’ESTATE!
Ad alleggerire (facendo provare qualche “brivido”…) le torride giornate estive, giunge un libro sorprendente, un’analisi minuziosa, colta ma allo stesso tempo leggera ed affabulatoria della prima stagione della serie tv “True Detective”. La penna felice è di un filosofo italiano, ricercatore universitario in Germania, Antonio Lucci, che riesce a scandagliare non solo le strutture narrative della serie tv, firmata dal grande Nic Pizzolatto, ma anche i numerosi riferimenti filosofici, matematici e letterari, dal contemporaneo perturbante autore “nero” Thomas Ligotti, al filosofo norvegese Peter Wessel Zapffe, fino ai risvolti scientifici sulla “teoria della stringa” di Edward Witten e ai classici del gotico e del nichilismo Poe, Lovecraft, Nietzsche. Una riflessione folgorante su numerosi livelli: culturali, sociali, morali, dove emerge una filosofia negativa, un amaro e aspro pessimismo anti umanista e anti natalista, ma dove, tuttavia, si prefigura nell’immagine del detective Rust (interpretato dall’immenso Matthew McConaughey) la possibilità di una cosiddetta “etica minima”, di ottenere un minimo di giustizia nella “cloaca” del mondo, di guadagnarsi un po’ di luce nel buio assoluto, totale, in cui siamo immersi (come l’ultima scena dell’ultima puntata simbolicamente sottintende). Lo studioso, Antonio Lucci, persona sofisticata e poliedrica, segnala anche, attorno a questo snodo tematico, il saggio “Tra le ceneri di questo pianeta” di Eugene Thacker che affronta il complesso rapporto tra la filosofia e l’orrore attraverso l’esplorazione dell’occulto, non troppo diversamente dal percorso che compie il grande Thomas Ligotti con “La cospirazione contro la razza umana”, capace di evocare i fantasmi dell’immaginazione umana.
Insomma, una serie di letture adatte per l’afa estiva, che ci permettono di vivere qualche “brivido”…
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